Offrire al pubblico un ventaglio competo delle drammaturgie possibili, questo l’intento, pienamente riuscito, del Direttore Artistico di Benevento Città Spettacolo, Giulio Baffi, che al terzo anno dall’insediamento sembra aver trovato, nonostante le difficoltà oggettive dell’economia teatrale, la strada migliore per esprimersi e dare spazio al variopinto cartellone da cui nessun genere sembra essere escluso. Contemporaneamente all’esuberante inizio con i giovani allievi del conservatorio di Benevento, protagonisti di una frizzante edizione de L’ELISIR D’AMORE di Donizetti, applaudita dal numerosissimo pubblico accorso al Teatro Romano, il festival ha ospitato l’omaggio Roberto Del Gaudio ed i suoi Virtuosi di San Martino a Nino Taranto, che è oggetto della mostra permanente realizzata dal direttore artistico a Palazzo Paolo V. Di grande impatto, presso il rudere della chiesa di San Lupo detta "Morticelli", sito in via di bonifica e ristrutturazione grazie all’intervento della F.A.I. , i primi due episodi di RACCONTAMI, scritti da Rosario Sparno che vedono protagonisti Lello Serao ( “Con gli occhi chiusi”), attore avvezzo ad operazioni in contesti simili, grazie all’ultradecennale esperienza di Museum, ed una coinvolgente e brava Loredana Piedimonte (“La Zoccolara”); entrambi gli attori sono stati interpreti delle superstizioni e delle leggende dell’antica Benevento, con grande riscontro di un pubblico folto e divertito. Al teatro Massimo, la sera di sabato 8, la prima nazionale del testo di Roberto Russo MORTAL KABARET portato in scena dal regista Fabrizio Bancale con, in scena, un folto gruppo di attori, tra cui eccellente Riccardo Polizzy Carbonelli, attore di razza troppo poco utilizzato dal teatro ma tanto noto al pubblico televisivo, Daniele Russo che, come già è avvenuto in “Dignità autonome di Prostituzione”, interpreta un’ambigua Drag Queen, e Bruno Tramice in un gradevole cameo. Lo spettacolo, che utilizza il mondo televisivo come metafora di un nazismo mai sopito, punta molto sull’interpretazione degli attori, e, magari già in occasione della prossima ripresa, gioverebbe di qualche taglio, soprattutto nel finale. Attesissimo il debutto, sempre la sera di sabato, del FERDINANDO di Annibale Ruccello diretto da Arturo Cirillo, che ha restituito alla scena gli stralci che erano stati tagliati nella precedente, notissima, versione del dramma. È questa scelta più che indovinata, poiché restituisce pari importanza, così come lo stesso Ruccello aveva scritto, a tutti e quattro i personaggi, facendo quindi equilibrare la vicenda. La regia è perfetta, tempi giusti e grande acume in quelle che sono idee creative ma anche filologicamente ineccepibili. Da antologia la scena in cui il giovane protagonista interpretato da Nino Bruno, ancora una volta sedotto da Clotilde (una Sabrina Scuccimarra che recupera nella seconda parte lo smalto che nella prima parte appare un po’ opaco), diviene oggetto-soggetto delle passioni dei tre vertici di un triangolo di passione e morte. Riferimenti registici dichiaratamente si rifanno a Genet, ma riecheggiano Williams e Pasolini, soprattutto sul finale. In scena, oltre ai già citati Bruno, Scuccimarra ed allo stesso regista, Monica Piseddu nel ruolo di Gesualda. Nello stesso week end ha visto finalmente il suo debutto un progetto di grande respiro teatrale quale L’ANIMA BUONA DI LUCIGNOLO, uno spettacolo che è stato già oggetto d’attenzione di critica e pubblico attraverso gli studi che ne sono stati offerti durante la scorsa stagione e, soprattutto, alla selezione per la sezione Fringe del prossimo Napoli Teatro Festival, dove Baffi, presente in giuria, ha deciso di dare l’apporto del B.C.S., per una rappresentazione che è stata applaudita con gran merito. Lo spettacolo racconta la storia di Lucignolo, l’amico di Pinocchio, dimenticato dall’amico ed anche da Collodi, che non ci informa sulla sua vera sorte. Qui, in un tendone di circo strappato ed usurato dal tempo, il direttore del circo (interpretato dal bravo Luca Saccoia, che firma anche la regia, particolarmente in forma a dominare una storia non sempre semplice da seguire) ci racconta la storia di questo ciuchino che si rivelerà con gran stupore un bambino in una sorta di odissea circolare, con un ritorno a casa pieno di sorprese. A vestire i panni di Lucignolo è Mario Zinno, bravo a tenere la scena con un ruolo non facile, ricco di sfumature e di ambiguità con una grande padronanza della scena e della voce, così come Enzo Attanasio è un Omino di Burro mellifluo e cattivo, che l’attore rende in maniera impeccabile, degno degli eroi negativi di Tim Burton. Il testo, scritto con passione e grande cura del linguaggio, dall’ispirato Claudio B. Lauri, viene servito dagli attori con disinvoltura e grande attenzione alle sfumature che esso contiene, ed è un vero piacere per la vista e l’udito far parte del pubblico che ha la fortuna di assistere a questo vero e proprio Musical dark, che si avvale delle bellissime musiche di Luca Toller, una partitura mai banale e densa di citazioni colte, che vanno da Kurt Weil al musical americano, senza trascurare le ampie melodie mediterranee, ed anche qui tutti e tre gli attori rispondono in pieno all’esigenza interpretativa.
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